Ultimo aggiornamento del 27/08/2022

Il risparmio energetico nei dispositivi elettronici a casa e in ufficio

Negli scorsi anni si è spesso discusso su come modificare i consumi di energia per renderli adeguati ad una diversa visione dello sviluppo economico. Se ne è parlato a livello nazionale e internazionale, pensando di avere molto tempo a disposizione per effettuare una transizione ecologica non traumatica verso un modello di società meno energivoro e più sostenibile.
Purtroppo, in pochi mesi di questo 2022 e per quasi tutti i paesi europei, la situazione è diventata insostenibile. 
Il risparmio energetico è diventato una necessità improrogabile, sia a livello aziendale che famigliare, non solo perché si ipotizzano limitazioni e contingentamenti ma, prima ancora, a causa dei continui aumenti dei prezzi.
Qui, in particolare, ci occupiamo di risparmio energetico rivolto ai consumi di energia elettrica delle apparecchiature elettroniche.

Indice

  1. Fotografare la situazione iniziale
  2. Inventario delle apparecchiature
  3. Misurazione del consumo elettrico
  4. Cambiare le abitudini in funzione del risparmio energetico
  5. Il magico potere del riordino dei dispositivi
  6. La Società a 2000 Watt

Visto il continuo aumento dei prezzi dell’energia elettrica, il risparmio energetico è diventato una esigenza che non si può più rimandare. Anche se sono anni che si parla di risparmio energetico abbiamo continuato ad aumentare il numero di apparecchiature elettriche in casa e negli uffici.
Computer, monitor, apparecchi audio, tv in ogni stanza, dispositivi intelligenti, è necessario tenerli sempre accesi oppure possiamo immaginare una gestione più attenta al risparmio energetico?
Vediamo in questo articolo quali tecniche adottare.

ANDAMENTO DEL COSTO MEDIO DELL’ENERGIA ELETTRICA
(in centesimi di € per kWh)

Fotografare la situazione iniziale

Come prima cosa dobbiamo avere un’idea precisa di quali sono i nostri consumi di base attuali e quelli complessivi storici dell’ultimo anno o, ancora meglio, degli ultimi due/tre anni.

Per consumo di base intendo la Potenza istantanea che risulta in un momento in cui non sono in funzione gli elettrodomestici che usiamo in momenti particolari nonché le luci di casa. Saranno perciò accesi solo gli elettrodomestici che restano in funzione giorno e notte come frigorifero/congelatore e le nostre apparecchiature elettroniche.

Trovato il momento adatto potremo fare la lettura sul nostro contatore (o una fotografia) del parametro Potenza istantanea. In un contatore come il modello GISM dell’immagine si trova questa informazione premendo più volte sull’unico pulsante posto a destra del visore.

Contatore GISM

Per conoscere i consumi complessivi storici possiamo utilizzare le fatture che riceviamo periodicamente. In ogni fattura dovrebbe essere presente il dettaglio dei consumi degli ultimi 12 mesi. Dobbiamo sommare per ogni mese i consumi elencati nelle tre fasce F1, F2 e F3 (a volte la somma è già indicata come FU).

Esempio di tabella di dettaglio dei consumi

Sia il consumo di base che il dettaglio storico dei consumi saranno utili dopo qualche mese perché, una volta adottate le pratiche di risparmio energetico, potremo fare dei confronti tra la nuova situazione e quella precedente. Ho scritto “qualche mese” ma sono ottimista, ci vogliono molti giorni per effettuare i cambiamenti poi bisogna aspettare la seconda bolletta successiva per vedere qualche risultato.

Inventario delle apparecchiature

La prima cosa da effettuare è un inventario di tutti gli apparecchi elettrici che risultano costantemente collegati ad una presa. Se siamo molto ordinati sarebbe opportuno utilizzare un programma tipo Excel (spreadsheet) e preparare un foglio di lavoro dove elenchiamo i dispositivi per ogni zona o stanza, divisi per la presa elettrica a cui sono collegati.
Per ogni oggetto cerchiamo di capire il consumo e lo segniamo nella tabella.
Quasi tutti avranno una targhetta o etichetta che riporta il consumo standard, solitamente espresso in Watt per ora di utilizzo. E’ il consumo medio durante la modalità di utilizzo.

Nella realtà alcuni di questi oggetti avranno un consumo di energia elettrica anche se sembrano spenti, si dice che sono in stand-by cioè in attesa. Questo è vero soprattutto per gli apparecchi dotati di telecomando, il fatto che si accendano a distanza vuole dire che non sono del tutto spenti ma sono pronti a partire al nostro comando.
Per ogni apparecchio della nostra lista è bene definire sia il numero medio di ore di utilizzo effettivo giornaliero sia, per differenza, il numero di ore in stand-by. Se un dispositivo rimane sempre collegato alla presa e lo usiamo per quattro ore al giorno avremo:
Utilizzo effettivo = 4 ore
Utilizzo in stand-by = 24 – 4 = 20 ore

Moltiplicando il consumo in Watt per le ore otteniamo il consumo giornaliero, moltiplicando ancora per 30 giorni avremo il consumo medio mensile. In pratica:
Consumo mensile di una certa apparecchiatura = (consumo orario) x (ore di utilizzo giornaliero) x 30

Sorge a questo punto un problema: come facciamo ad avere una valutazione dei consumi per gli apparecchi che non hanno indicazioni? Ancor meglio, è possibile misurare con più precisione i consumi sia durante l’utilizzo che quando il dispositivo risulta “spento”?
Per la prima domanda si può provare a consultare il manuale del dispositivo dove, tra le caratteristiche, sono normalmente elencati anche i consumi.
La risposta alla seconda domanda è invece nella parte successiva.

Misurazione del consumo elettrico

Se la sera guardiamo la televisione per due o tre ore, e questo è il nostro passatempo, avremo poca voglia di tenerla spenta. Non preoccupiamoci: il nostro scopo è quello di capire dove sono i consumi per eliminare gli sprechi, non di spegnere tutti i dispositivi.
Il vero risparmio energetico avviene in due modi:

  • identificando gli apparecchi che consumano maggiormente per valutare la possibilità di sostituirli con altri meno energivori
  • Identificando le apparecchiature che hanno un continuo consumo giornaliero anche se NON le stiamo usando

Per ottenere il miglior risultato abbiamo bisogno di un apparecchio apposito: il misuratore di consumo elettrico.
Possiamo comprarne uno o farcelo imprestare. Visto che si tratta di un apparecchio che ha un uso saltuario potremmo anche metterci d’accordo con parenti ed amici interessati allo stesso tipo di controllo e dividere il costo.

Esempio di misuratore di consumo elettrico

Per le nostre esigenze l’utilizzo del misuratore di consumo elettrico è molto semplice:

  • Si inserisce il misuratore in una presa elettrica
  • Si collega una singola apparecchiatura
  • Si legge il consumo istantaneo (in Watt) quando l’apparecchiatura è spenta (o in stand-by)
  • Si accende il dispositivo e si effettua una nuova lettura del consumo istantaneo
  • Si riportano i dati delle due letture nella nostra tabella (vedi sopra)

Dobbiamo privilegiare le apparecchiature che sono state progettate per il risparmio energetico e ricordarci di utilizzare i consumi come parametro fondamentale nella scelta di qualunque nuovo dispositivo elettrico o elettronico

Man mano che completiamo i dati avremo un’idea sempre più chiara di dove sia possibile fare dei risparmi. Ma come dare immediatamente un peso ai valori che leggiamo?
Possiamo prendere come riferimento i consumi di una lampadina.

Molti anni fa utilizzavamo le lampadine a incandescenza. Si sceglievano in funzione della luminosità utilizzando però il valore della potenza cioè proprio il consumo in Watt. Era normale chiedere una lampadina da 100W oppure da 60W a seconda del tipo di stanza da illuminare.
Per fortuna adesso esistono le lampadine a LED che hanno diviso i consumi ad un decimo. Una lampadina a LED ha un consumo istantaneo molto basso, tra 6 e 9 Watt. Possiamo mentalmente usare un valore di questo tipo come metro per valutare i consumi di un dispositivo.
Ad esempio se troviamo un dispositivo che da spento (o in stand-by) risulta avere un consumo di 16W (mi è successo con una radiosveglia stereo) possiamo pensare che equivale ad avere due lampadine a LED accese giorno e notte… fa venire i brividi al portafoglio!

Avere una maggiore consapevolezza vuole anche dire una maggiore attenzione agli acquisti futuri. Dobbiamo privilegiare le apparecchiature che sono state progettate per il risparmio energetico e ricordarci di utilizzare i consumi come parametro fondamentale nella scelta di qualunque nuovo dispositivo elettrico o elettronico.

Adesso che abbiamo capito quali sono le apparecchiature più esigenti in energia elettrica, più energivore, possiamo iniziare ad adottare le tecniche di risparmio energetico.

Cambiare le abitudini in funzione del risparmio energetico

L’attitudine al risparmio è innanzitutto una forma mentale, un modo di comportarsi che diventa naturale. Questo vale quando facciamo la spesa scegliendo, tra prodotti della stessa qualità, quelli meno costosi; quando evitiamo di acquistare troppo cibo per limitare lo spreco alimentare; quando decidiamo di fare vacanze in periodi alternativi.

Al risparmio monetario possiamo poi aggiungere il risparmio energetico scegliendo produzioni ecosostenibili, quando acquistiamo frutta e verdura coltivati in zona, a Km zero, tutte le volte che decidiamo di muoverci a piedi o in bicicletta anziché in automobile.

Anche per il risparmio energetico nelle apparecchiature elettroniche bisogna favorire nuove abitudini. 
Questo può essere fatto:

  • definendo gli orari di utilizzo
  • semplificando la modalità di accensione e spegnimento
  • stabilendo quali dispositivi devono, per utilità o necessità, restare costantemente attivi

Se passiamo una buona parte della giornata fuori casa è inutile tenere attivi alimentatori, apparecchi wireless, monitor, ecc., soprattutto se abbiamo verificato che hanno un consumo evidente anche in modalità di stand-by.
Come facciamo a gestirli? Il modo più semplice è quello di raggruppare l’alimentazione di più dispositivi tramite una presa multipla dotata di interruttore, meglio i modelli dove l’interruttore si illumina quando la presa multipla è accesa, per avere sempre visibile lo stato di attività.

Diventerà normale spegnere, magari prima di andare a letto, per poi riaccendere il giorno dopo quando si torna a casa. Potremmo passare da ventiquattr’ore di accensione continua a un quarto o anche meno. 
Similmente, se un ufficio rimane chiuso dal tardo pomeriggio al mattino successivo, lo spegnimento generalizzato dei dispositivi elettronici nel periodo di inattività può evitare dodici ore al giorno di inutili consumi in stand-by.  

Come detto vogliamo eliminare gli sprechi senza privarci delle comodità. Ci sono apparecchiature che è meglio mantenere costantemente accese. Un tipico esempio è il modem/router che ci connette ad Internet e che ci dà l’accesso wireless.
Per altri dispositivi, soprattutto in ufficio, è spesso necessario il costante mantenimento in funzione. Ad esempio un server o un NAS i cui dati devono essere utilizzati anche dall’esterno o che di notte eseguono le procedure di backup. Anche i sistemi di video sorveglianza aziendali hanno normalmente la necessità di essere attivi 24 ore su 24, quelli domestici potrebbero essere spenti quando siamo presenti in casa.

Per semplificare la gestione, se gli orari di utilizzo sono ben definiti, si possono utilizzare le apposite funzioni presenti negli apparecchi. Molti dispositivi hanno la possibilità di impostare orari di accensione e spegnimento automatici differenti per ogni giorno della settimana. Chiaramente nulla vieta di accendere manualmente un apparecchio spento se lo devo usare in un momento non previsto dal calendario di utilizzo.

Gli utilizzatori più evoluti possono poi sfruttare le prese intelligenti (smart plug) che a loro volta possono essere programmate per definire i periodi di accensione e possono anche essere comandate a distanza.
Collegando una presa multipla ad una smart plug possiamo programmare accensione e spegnimento contemporaneo di più dispositivi ed essere sicuri che non rimangano attivi per dimenticanza.
Alcune prese intelligenti hanno anche la funzione di misurazione del consumo elettrico.

Il magico potere del riordino dei dispositivi

Marie Kondō, nel suo famoso libro Il magico potere del riordino, ci insegna come avere una casa più ordinata e una vita più semplice liberandoci dal peso di molti oggetti che teniamo solo per abitudine e non perché sono utili o ci regalano qualche emozione.

Se riportiamo gli stessi concetti nell’ambito delle apparecchiature tecnologiche ci possiamo accorgere come si possa fare non solo molta pulizia ma anche risparmio energetico.
Soprattutto negli uffici mi capita di trovare prese multiple occupate da alimentatori totalmente inutili, modem/router di precedenti operatori ancora accesi anche se privi di linea telefonica, computer perennemente in funzione anche se non usati.

Spesso non ci si ricorda a cosa serve un certo dispositivo e, per non prendersi responsabilità, lo si tiene acceso.
L’inventario delle apparecchiature elettroniche, che abbiamo visto all’inizio, è la base da cui partire per avere sempre una chiara visione e andrebbe periodicamente controllato e aggiornato.

Volendo poi arrivare ad un livello di attenzione più elevato, sarebbe bene portare il riordino anche all’interno dei dispositivi, come computer e smartphone, eliminando applicazioni obsolete o mai utilizzate, cancellando video e foto inutili o doppie, facendo una cernita dei propri documenti per tenere solo quelli utili.
Specialmente se facciamo uso dei servizi cloud, dobbiamo renderci conto che ogni nostro Megabyte di dati inutile incide sulle risorse che stiamo impegnando. Ma non solo: visto che i nostri dati cloud sono soggetti a backup multipli, stiamo occupando spazio su dischi in diverse parti del mondo e consumando energia per il loro funzionamento.

Questo ultimo discorso ci permette di chiudere parlando di sostenibilità…

La Società a 2000 Watt

Come direbbe Greta Thunberg, anzi l’ha detto, si è perso troppo tempo in “bla bla bla” mentre bisognava agire già da decenni, sia a livello governativo che con l’azione dei singoli cittadini. Solo pochi lo hanno già fatto.

In uno studio sviluppato in Svizzera nei primi anni ‘90 (siamo nel secolo scorso, sono già passati 30 anni) il Politecnico Federale di Zurigo ha definito un modello politico-energetico chiamato Società a 2000 Watt.
Nello studio si ipotizza che sia sostenibile un fabbisogno di energia primaria di 2000 Watt per individuo. Attenzione, non è il consumo di energia elettrica ma la potenza continua complessiva a disposizione, compresi i combustibili per trasporto e riscaldamento personale, l’energia utilizzata per i servizi pubblici (ad esempio l’illuminazione delle città, i trasporti in comune), ecc.
L’attuale media mondiale è di circa 2500 Watt con delle differenze abissali tra i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo, per l’Occidente si ipotizza un valore di 12000 Watt per abitante mentre nel Terzo Mondo si parla di poche centinaia…

La transizione ad una nuova società ecosostenibile potrà avere successo solo se ognuno di noi si prenderà carico di una parte del compito.

Riuscire, da parte nostra, ad ottenere un risparmio energetico così importante richiederà investimenti miliardari ma soprattutto un cambiamento epocale nelle abitudini dei cittadini. Gli investimenti saranno necessari per l’installazione di fonti alternative di produzione di energia, per la ricerca e sviluppo di apparecchiature più efficienti, per la sostituzione di impianti e dispositivi con altri meno energivori.
La transizione, però, potrà avere successo solo se ognuno di noi si prenderà carico di una parte del compito.

Dobbiamo prendere coscienza che i cambiamenti sono necessari ed impegnarci a modificare il nostro stile di vita, adeguandolo alla visione di una nuova società ecosostenibile.
Iniziamo ad abituarci fin da subito per rendere meno traumatico il passaggio.

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